La Mindfulness
Il termine Mindfulness è la traduzione in inglese della parola “Sati” in lingua Pali, che significa “attenzione consapevole”.
La pratica di questo particolare “atteggiamento della mente”, che possiamo definire anche “consapevolezza”, deriva dal buddismo, Dharma, ma non è necessario abbracciare la religione buddista per praticare lo sviluppo della consapevolezza. Essa è infatti una forma di meditazione non concettuale universalmente accessibile e non dipende da alcun sistema di credenze, né da alcuna ideologia.
La mindfulness nasce in occidente e si spoglia delle sue connotazioni spirituali e morali. Non è più parte di un cammino per l’illuminazione ma significa “porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante” (Kabat–Zinn, 1994).
La maggior parte delle pratiche e degli interventi che oggi vanno sotto il nome di mindfulness sono il frutto degli studi pionieristici di Jon Kabat-Zinn, un biologo del Massachussets che, a partire dal 1979, ha sviluppato un protocollo per introdurre la meditazione di consapevolezza come intervento in contesti clinici.
Si tratta cioè di dirigere volontariamente la propria attenzione a quello che accade nel proprio corpo e intorno a sé, momento per momento, ascoltando più accuratamente la propria esperienza, e osservandola per quello che è, senza valutarla o criticarla.
Mindfulness è quindi un processo che coltiva la capacità di portare attenzione, consapevolezza e accettazione al e nel momento presente, nel qui ed ora di ogni circostanza.
Chi può praticare la Mindfulness?
La Mindfulness può essere praticata da chiunque desideri raggiungere un livello maggiore di benessere psicofisico.
La pratica costante della mindfulness si è infatti dimostrata efficace nella riduzione dello stress e delle patologie ad esso correlate, nel sollievo di sintomi fisici connessi a malattie organiche, nella promozione di profondi e positivi cambiamenti dell’atteggiamento, del comportamento e della percezione di sè stessi, degli altri e del mondo, e nella capacità della mente di sostituire le emozioni negative, che portano ansia e depressione, con altre più costruttive, che promuovono l’empatia, l’amorevolezza e la pazienza.
Perchè funziona?
Diverse ricerche in tutto il mondo hanno permesso di capire cosa succede a livello cerebrale con la Mindfulness:
- Attivazione della corteccia prefrontale e aumento del volume e delle connessioni della stessa
- Riduzione del volume e delle connessioni per e dall’Amigdala, un centro del sistema limbico umano, che si trova nella parte profonda del cervello in cui prevalgono le emozioni basiche, come la rabbia, la paura e l’istinto di sopravvivenza
- Riduzione dell’attivazione dell’Amigdala stessa favorendo una migliore modulazione e regolazione delle emozioni, riducendo soprattutto quelle negative.
- Attivazione della corteccia anteriore del cingolo, altra area interessata nell’elaborazione delle emozioni e della minaccia percepita.
- Attivazione del vago “intelligente” con migliore e più efficace prevenzione di una attivazione del sistema simpatico il quale fa parte del sistema nervoso autonomo e ha una funzione stimolante, eccitante, contraente dato che presiede al sistema di adattamento attacco e fuga, preparando l’organismo ad affrontare il pericolo.
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