IL Disturbo Post Traumatico da Stress

IL Disturbo Post Traumatico da Stress

dpts4Il Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS) viene inserito nel DSM-5 nel capitolo dei disturbi correlati a eventi traumatici o stressanti.

La sofferenza psicologica che segue l’esposizione ad un evento traumatico o stressante è molto variabile. In alcuni casi i sintomi possono essere compresi all’interno di un insieme di manifestazioni incentrate sull’ansia e la paura. La variabilità dell’espressione della sofferenza clinica fa si che a volte i sintomi si possono manifestare attraverso manifestazioni di profonda tristezza o al contrario di euforia, ma anche attraverso manifestazioni di rabbia ed aggressività o sintomi dissociativi. Spesso accade anche che si possano osservare alcune combinazioni dei sintomi sopra elencati, con presenza o meno dei sintomi legati all’ansia o alla paura.

Questo disturbo insorge in persone, adulti o bambini che abbiano esperienza diretta o indiretta di un evento traumatico che ha implicato un rischio per l’integrità fisica o per la vita, propria o di altre persone. Affinché si sviluppi il disturbo post-traumatico da stress non è indispensabile che la situazione sperimentata sia stata effettivamente catastrofica o devastante, ma che la persona coinvolta l’abbia percepita come tale. Entro certi limiti, quindi, la probabilità che si instauri il disturbo non dipende solamente dal tipo di evento vissuto, ma anche dal profilo psico-socio-emotivo e da fattori di vulnerabilità individuali della persona interessata. Si può manifestare a qualsiasi età, fin dal primo anno di vita. I sintomi insorgono in genere nei primi 3 mesi dopo il trauma, sebbene possa esservi un ritardo di mesi o di anni per far si che ai sintomi presenti fin dall’inizio se ne aggiungano altri fino a soddisfare a pieno tutti i criteri necessari per la diagnosi.

Gli altri principali sintomi di questo disturbo sono:

  • Ricordi intrusivi, spiacevoli, ricorrenti ed involontari dell’evento/i traumatico/i
  • Sogni spiacevoli e ricorrenti in cui il contenuto e/o le emozioni del sogno sono collegati all’ evento/i traumatico/i [nei bambini possono essere presenti sogni spaventosi senza un contenuto riconoscibile]
  • Reazioni dissociative, per esempio flashback, in cui il soggetto sente o agisce come se l’evento/i traumatico/i si stesse ripresentando [nei bambini la riattualizzazione specifica del trauma può manifestarsi nel gioco]
  • Evitamento o tentativi di evitare ricordi, pensieri, sentimenti o fattori esterni (persone, luoghi, conversazioni, attività, oggetti, situazioni) che suscitano ricordi spiacevoli, pensieri o sentimenti relativi o associabili all’evento/i traumatico/i
  • Incapacità di ricordare qualche aspetto importante dell’evento/i traumatico/i (dovuta tipicamente ad amnesia dissociativa e non ad altre causa come trauma cranico o abuso di sostanze)
  • Persistenti ed esagerate convinzioni o aspettative negative relative a se stessi, ad altri o al mondo che portano l’individuo a dare la colpa a se stessi oppure agli altri
  • Persistente stato emotivo negativo (per es. paura, rabbia, orrore, colpa o vergogna) e conseguente incapacità di provare emozioni positive (felicità, soddisfazione, sentimenti di amore)
  • Comportamento irritabile ed esplosioni di rabbia anche per futili motivi, di solito espressi tramite aggressione verbale o fisica nei confronti di persone ed oggetti
  • Comportamento spericolato o autodistruttivo
  • Ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme
  • Problemi di concentrazione
  • Difficoltà relative al sonno

 

Per poter parlare di Disturbo Post Traumatico da Stress la durata delle alterazioni deve essere superiore ad 1 mese, le alterazioni devono provocare disagio significativo o compromissione del normale comportamento in ambito sociale, lavorativo, scolastico o in altre aree importanti e non devono essere attribuibili agli effetti di una sostanza o ad un’altra condizione medica.

Il trattamento di questo disturbo, solo dopo un’accurata diagnosi, prevedere sia un intervento farmacologico che psicoterapeutico. Il primo avviene di solito con somministrazione di antidepressivi SSRI per alleviare i sintomi offrendo un mezzo per ripristinare l’equilibrio psicofisico globale del paziente. Il secondo può prevedere sia una terapia ad approccio cognitivo-comportamentale oppure attraverso una terapia che utilizza una tecnica particolare chiamata EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) la quale attraverso la stimolazione alternata dei due emisferi riesce a facilitare il processo di rielaborazione emotiva e cognitiva della situazione traumatica vissuta.

Le persone care posso essere di grande aiuto per chi soffre, mantenendo un atteggiamento supportivo ed accogliente soprattutto a livello emotivo. Questo comporta non sottovalutare mai lamentele o richieste d’aiuto anche quando potrebbero sembrare banali. Non bisognerebbe mai banalizzare le sue emozioni ne darle per scontate. L’atteggiamento più utile è quello di cercare di comprendere il disagio psicologico e aiutare a ridimensionarlo, per quanto possibile, e spostando la visione dell’orizzonte dal passato al futuro.

Dott. Simone Chiappini

PsicologoPsicoterapeuta – Psicodiagnosta

Istruttore protocolli mindfulness – Esperto in valutazione e riabilitazione DSA

Cell: 3334196488

E-mail: studiosimonechiappini@gmail.com

PEC: simonechiappini@psypec.it

 

 

Write a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

DSA: istruzioni per l’uso

Abbiamo parlato di Disturbi Specifici dell’Apprendimento nell’articolo precedente di questa sezione, ora vi illustrerò …

La Mindfulness

Il termine Mindfulness è la traduzione in inglese della parola “Sati” in lingua Pali, che significa “attenzione …

IL Disturbo Post Traumatico da Stress

Il Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS) viene inserito nel DSM-5 nel capitolo dei disturbi correlati a eventi traumatici …